2010 - MILANO - GIOVANNI LEVANTI
14 APRILE – 20 MAGGIO 2010 – FABBRICA DEL VAPORE, CAREOF - VIAFARINI - DOCVA
Luogo: Milano, Fabbrica del Vapore, Careof-ViaFarini-Docva
Data: 14 aprile – 2o maggio 2010
Curatore: Beppe Finessi
Allestimento: Giovanni Levanti, Beppe Finessi
Di chi si è dato il tempo, di chi si è preso il tempo, di chi ha saputo aspettare il proprio tempo. Di chi ha conosciuto i grandi maestri, come Ettore Sottsass, e ha potuto incrociare i suoi passi in una stagione ormai mitica, quella di Memphis a metà degli anni Ottanta, e di chi poi ha scelto un mèntore sensibile e poetico, Andrea Branzi, da cui andare a bottega per imparare un mestiere tra produzione industriale e alto artigianato, educandosi al piacere di una ricerca libera, spesso lontana dai grandi numeri, sempre vicina alla sperimentazione pura. Di chi da allora, in venticinque anni di lavoro praticato con grandi realtà produttive e con quelle più agili ma altrettanto brillanti, ha sempre cercato un proprio, personalissimo ritmo, fatto di tempi lunghi e ossigenanti, e di pochi sceltissimi interlocutori con cui crescere, seguendo la propria indole, riflessiva e misurata. Di chi, volutamente appartato nel proprio (quasi) silenzio, nella meticolosità dei propri gesti quotidiani, armato dei propri pensieri (leggi progetti), di chi, in questi cinque lustri, sottotraccia e outsider nell’anima, è rimasto puro, fanciullo capace ancora di emozionarsi, con una luce vera negli occhi, di chi oggi ha raggiunto un momento di evidente maturità e incisività, continuando a lavorare:
– sulla forzatura e sul superamento tipologico dell’idea di imbottito tradizionale, vincendo ogni consuetudine da ‘salotto buono’, e proseguendo l’opera ingegnosa e innovativa di Joe Colombo, inventando nuovi oggetti morbidi da usare in un altro modo: di chi pensa che le parole ‘magia’, ‘incanto’, ‘fascinazione’ e ‘stupore’siano parti fondamentali della nostra vita;
– sulla forma e sulla qualità scultorea degli oggetti, disegnandoli perchè siano ‘semplicemente’ belli, anche e soprattutto di profilo (“vedere l’arcobaleno di profilo”, grazie Munari), senza mai dimenticarsi che il colore, qualsiasi colore, anche se “è solo luce” come dicono i poeti, è un elemento essenziale della nostra vita, e per fare questo avrà ‘rubato’ i segreti al grande Ettore delle prime righe: di chi pensa che le parole
‘silenzio’, ‘serenità’, ‘intimità’, ‘ispirazione’ e ‘bellezza’ siano vocaboli importanti, da non dimenticare mai nel proprio agire e pensare. Parole, tutte, che un certo Luis Barragan pronunciò il giorno del proprio discorso al Premio Pritzker, per ricordarle a un mondo del progetto che sembrava volerle dimenticare. Parole, tutte, che sembrano, anzi sono, la sostanza prima del dizionario personale di Giovanni Levanti. (Beppe Finessi)